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    Tema: Scrivi una lettera ad un amico e parlagli delle tue idee per il futuro

    TUNIS: 11/03/2018

    Caro Vincent,

    come stai? Io abbastanza bene, spero anche tu. Sono passati alcuni mesi da quando ci siamo scritti l’ultima volta. Ho deciso anche per questa volta di tradire cellulare e computer per scrivere una vera lettera: carta e penna. come facevano i nostri genitori. Qualche tempo fa mi veniva da ridere quando, accompagnando mio padre in cartoleria, chiese alla commessa: “una busta e foglio”. Meravigliato gli chiesi  a cosa servissero e mi rispose che doveva scrivere una lettera ad un amico che lavorava a Milano. Pensai ma non lo sente per telefono almeno una volta la settimana? Ma oggi a pensarci bene credo che nei telefoni, messaggi, cellulari ed e-mail, viene a mancare qualcosa. Non so precisamente cosa, ma sembra che non riesci mai a dire tutto quello che senti o che pensi.


    Comunque, mi è venuta voglia di scriverti proprio oggi pomeriggio, quando ripulendo in un cassetto ho trovato una nostra fotografia sulla spiaggia di Positano. Non ho potuto non pensarti e farmi il conto di quanti giorni mancano per le vacanze, in modo da rivederci di nuovo. Pensa, poco più di un mese  e … tuffi in mare, gite in barca, pizze e panini, discoteche e …. Aspetta un  momento. Mi è venuto il magone: poco più di un mese? Le vacanze? Ma se tra poco meno di venti giorni c’è l’esame!! Lo so che tu dici di non preoccuparmi, tanto tu lo hai già fatto l’anno scorso. Però l’esame di terza media rappresenta il salto finale di un ciclo di studi preparatori per il futuro. Ed io non posso non pensarci. Nell’ultima lettera mi chiedevi come mi era venuto in testa di studiare la cibernetica, visto che io stesso poi avanzavo dei dubbi sul futuro lavoro. Non so bene perché, ma mi piace tanto vedere i robot al lavoro. Per dirtene una, mi piace tantissimo anche la pubblicità della macchina “Picasso” quando quel braccio robotizzato firma l’esemplare di auto appena costruito. Mi dicesti che ti faceva sorridere questa mia scelta, e ci rimasi male; a me non è venuto mai da ridere quando tu non volevi uscire perché era una bella serata per guardare stelle e pianeti col telescopio, dicevi: devo esercitarmi per la mia professione di astronomo.




    Ma lasciamo perdere queste inezie e continuiamo a parlare del futuro prossimo o remoto che sia. Ti ho già riferito che mi sono iscritto, come te, al liceo scientifico: a proposito come va, dopo l’inizio un po’ così così? Già penso a quante nuove materie mi ritroverò davanti: già il primo anno il latino. Il latino è davvero così difficile? Pensa mia madre in estate vuol darmi delle lezioni!


    Lo so che il Liceo è una scuola non facile: oltre al latino c’è l’italiano, le materie scientifiche, e poi tanta matematica. Ma poi se tutto andrà bene dovrò andare al Politecnico, altri anni di duro studio. Ma almeno spero alla fine di realizzare il mio sogno; è vero che nella mia lettera esprimevo dei dubbi perché ritenevo che robotizzare interamente le industrie, significava diminuire gli operai, gli impiegati e quindi aumentare la disoccupazione. Devo dirti la verità che sono davvero confuso, non so cosa veramente fare e quindi ho pensato di preoccuparmi solo dei prossimi anni di superiori per poi decidere. Sicuramente farò in modo di realizzare le mie aspettative ma se la vita vuole da me qualcosa di diverso, io sarò pronto a farlo e non mi tirerò mai indietro davanti a qualsiasi lavoro mi si dovesse presentarsi. Non ti nascondo che vorrei lavorare anche per mantenermi agli studi, per non pesare sul bilancio familiare.


    Ma adesso è proprio tardi e devo salutarti, tra non molto ci rivedremo e parleremo più ampiamente dei nostri problemi. Voglio dirti solo che stare lontano da te significa non avere una parte di me. Ti voglio bene.


                                                                                                                 AHMED
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